ASPETTI SOCIO-CULTURALI ED INTERDISCIPLINARI.
(Brevi cenni sulla storia del parto)
art. pubblicato su: Acta Med. Rom., 33, 1995
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Riassunto
Nel periodo storico che va dal secolo XVII alla fine del XIX, in Europa, nell’ambito delle cosiddette società “tradizionali”, la vita della donna media era regolata quasi esclusivamente dall’alternanza dei cicli biologici legati alla funzione riproduttiva. Le norme che regolavano l'esperienza della gravidanza e del parto sancivano innanzitutto l'appartenenza di questa alla cultura del gruppo femminile, all'interno della quale erano stabiliti ruoli e modalità d'intervento dei soggetti coinvolti. Si iniziava dalle prime fasi del travaglio, che veniva "aiutato" con manipolazioni esterne e interne: si passava dalle pressioni con le mani sul ventre della madre, allo scopo di aumentare le contrazioni, alle dilatazioni della vagina e della cervice uterina, sempre allo scopo di affrettare la discesa del feto lungo il canale del parto. Le donne iniziarono a occuparsi della qualità dell'esperienza del parto e gradualmente acquistò rilevanza la necessità di porre attenzione agli aspetti affettivi della nascita che erano stati disattesi e trascurati nella società tradizionale. Quando, già nella seconda metà del 1800, si giunse a considerare l'esperienza della nascita come la proiezione nella sala parto delle relazioni affettive più ampie all'interno della famiglia, si creò una nuova dimensione emotiva, il cui successivo radicamento permise l'abbandono definitivo della freddezza e della rigidità delle regole tradizionali. In altre parole, già nel 1930 esistevano le tecniche per permettere alla gestante un maggiore controllo personale su ogni aspetto del processo del parto. Dalla prima metà del XX secolo in poi, grazie ai rapidi progressi delle scienze mediche, al radicamento e alla sempre maggiore diffusione delle discipline psicologiche e a numerosi cambiamenti sociali, i vissuti femminili della gravidanza e del parto hanno subito trasformazioni radicali. Nella prima metà del secolo l'indagine psicosomatica, arricchita dai contributi della ricerca medica, ma soprattutto dalle formulazioni della psicoanalisi, dà luogo al concetto di specificità che trova molteplici interpretazioni e significati. Nel campo della psicosomatica della donna oggi si esprime in modo particolare una esigenza integrativa sui disturbi derivati e connessi alle funzioni del ciclo vitale (pubertà, adolescenza, funzione sessuale, funzione riproduttiva, menopausa), probabilmente per una serie di motivazioni relative sia all'intervento medico, sia alla richiesta delle donne stesse.