PERCEZIONE DI SE' E IMMAGINE CORPOREA NELL'INFERTILITA' s.c.
Uno studio attraverso il Disegno della Figura Umana (D.A.P. di K. Machover).
C. Renzi
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RIASSUNTO
E' stato preso in considerazione un gruppo di 20 donne, di eta' compresa fra i 20 e i 49 anni, con diagnosi di Infertilita' Primaria sine causa; ognuno di questi soggetti aveva avuto aborti pregressi ( in media 3 ciascuno). Tutte queste donne hanno eseguito il Test di Disegno della Figura Umana (D.A.P. Test) di K. Machover; la somministrazione del reattivo e' stata effettuata individualmente, con le seguenti modalita': foglio bianco e matita, evitamento di colori e gomme da cancellare, consegna del tipo: "Disegni, per favore, una persona". Al momento dell'esecuzione del test, nessuna delle donne era in gravidanza e ad una distanza media superiore a sei mesi dall'ultima gravidanza abortiva. A questo campione e' stato poi confrontato un gruppo di controllo, costituito da 20 donne, di eta' compresa fra i 20 e i 45 anni, che non avevano mai presentato patologie simili. Anche questo gruppo ha eseguito il medesimo reattivo grafico, secondo le stesse modalita'. Scopo dello studio era la rilevazione e la valutazione del vissuto di immagine corporea, in relazione a sé e alle figure di sesso opposto, nell'ipotesi che determinate aree di conflitto, relative alla percezione ed alla rappresentazione dello schema corporeo, potessero maggiormente evidenziarsi in questo gruppo, diversamente da altri soggetti non aventi le stesse caratteristiche. Il vissuto di immagine corporea, considerato come elemento caratterizzante nell'ambito del profilo di personalità, non risulta molto indagato nello specifico settore dell'infertilità primaria s.c., in contrasto alla numerosità degli studi effettuati, invece, in tal senso, sulle donne in gravidanza. Se è vero, così come ampiamente dimostrato, che lo schema corporeo, percepito soggettivamente, subisce modificazioni in conseguenza dei cambiamenti che possono verificarsi nello stato e nell'assetto generale del corpo, si può ragionevolmente supporre che particolari vissuti della propria immagine corporea caratterizzino ed influenzino determinati quadri patologici funzionali. In tale direzione si è dispiegata l'indagine di cui trattiamo.